Diritto in scenografia

Scritto il 16/12/2012, 03:12.

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Dettaglio della "Città ideale" di Piero della FrancescaÈ possibile parlare di ‘diritto’ in scenografia? In senso scenografico certamente sì.Nel caso di un ambiente scenografico, con la parola “diritto” si può intendere: sia una direzione grafica che va diritto nell’immagine in pianta e in alzato seguendo le regole della prospettiva pittorica o architettonica, sia la direzione normativa che corrisponde a regole di scrittura che vanno letteralmente interpretate.

Unendo queste due linee, possiamo dire che il “diritto in scenografia” è un complesso di segni e di regole scritte, corrispondenti a norme sullo spazio geometrico della scena e sul diritto dell’uomo di guardare, capire, raccontare, cambiare l’ambiente che lo circonda.

Attraverso “il senso scenografico” viene individuata la scena e i fatti che vi si svolgono, un luogo della scenografia non solo geometrico ma anche narrativo che comunica tranche de vie, brani di vita reali o immaginari.

Questo luogo appartiene alla mente dell’uomo che funziona come in una stanza scenica, nella quale si muovono le cose, alcune sfuggenti altre tenute ferme dalle pagine di un libro, da un’immagine, da un suono, da un odore, da un sapore, da un tocco, da un ricordo proustiano su cui andare e ritornare.

Se, per esempio, da una finestra sul mare un uomo vedesse un raggio di luna separare la zona scura delle acque potrebbe domandarsi se gli capiterà ancora di osservare quella scena, oppure potrebbe andare indietro con la memoria perché forse l’ha già vista e potrebbe tentare di capire se c’è altro nella realtà che sta vivendo e se quanto vi sia sotto il suo sguardo abbia per lui ancora senso. Ponendosi domande, quest’uomo potrebbe ripercorrere strade battute, tornare indietro e andare avanti, scartabellando fatti scenografici.

Col volto rivolto verso la scena, l’uomo che guarda mette in relazione gli oggetti che ha di fronte. Intreccia memoria e percezione per sistemare, come fossero documenti e testimonianze, il luogo della scenografia (l’ambiente in cui vive), il senso scenografico (che utilizza per comprendere) e se stesso (l’uomo che guarda). Forse catalogherebbe ciò che gli frulla come un battito d’ali nella testa: dove mi trovo? Sarà vero o sarà falso?

In sintesi, “diritto in scenografia” consiste in una ricerca sul luogo della scenografia che appare composto dall’unione di segni grafici, con cui si identifica il disegno della scena nel pensiero geometrico, e di parole, che fanno scoprire il significato della scena, intesa come ambiente dove i fatti si svolgono.

Umberta Cesarano

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