Assicurazione: ma come fanno le compagnie a costruire le tariffe?

Scritto il 18/03/2013, 11:03.

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Formula tariffeNon passa giorno che sui giornali, alla radio e in televisione si discute del continuo aumento del costo della vita: è giustificato? È ingiustificato? Da cosa è causato? Quanto incide sui già miseri bilanci familiari?

Tra i maggiori responsabili di aumenti ingiustificati vengono da tutti indicate le tariffe assicurative, con particolare riferimento a quelle delle polizze di Responsabilità Civile del settore auto, ma le compagnie si lamentano sostenendo che il settore è in passivo.
Chi ha ragione? Come vengono calcolate le tariffe?

Teoricamente il calcolo delle tariffe è semplice in quanto risponde ad un elementare principio mutualistico: chiedere poco da tanti per risarcire i danni subiti da pochi o, in altre parole, ripartire i risarcimenti tra tutti gli assicurati.

Quindi, sempre teoricamente, basta applicare la formula:

costo medio x frequenza sinistri = premio puro

premio puro + caricamenti = premio imponibile

premio imponibile + imposte = premio lordo

Naturalmente i dati devono riguardare un campione omogeneo e sufficientemente vasto per ammortizzare le punte di sinistro e abbracciare un arco di tempo abbastanza lungo affinché il trend storico consenta di elaborare una evoluzione statistica il più precisa possibile.

Per un assicuratore le singole voci della formula sono chiare, ma vediamo di renderle comprensibili per tutti:
costo medio è l’ammontare dei sinistri liquidati o messi a riserva diviso il numero dei sinistri;
– la frequenza sinistri è il numero dei sinistri verificatosi nell’anno rapportato al numero degli enti assicurati;
– i caricamenti sono i costi di gestione delle compagnie assicuratrici (stipendi, provvigioni, costo perizie, locali …);
– le imposte sono il corrispondente dell’IVA (che non prevista per le polizze di assicurazione) e variano dal 2,50% per le polizze infortuni e sanitarie al 22,50% per le polizze incendio, furto, responsabilità civile delle imprese;
– nella responsabilità civile auto nel premio imponibile è compresa una quota (attualmente del 2,50%) per il Fondo Vittime della Strada, inoltre alle imposte del 12,50% deve essere aggiunto anche il contributo per il Servizio Sanitario Nazionale pari al 10,50% del premio imponibile.

Semplice? No, a questo punto si inseriscono altri fattori come le politiche aziendali, imposizioni di legge ed altro. Le scelte di politica aziendale possono determinare la scelta di uno sviluppo a breve anche a discapito della redditività (o esattamente il contrario, cioè necessità di risanamento del portafoglio). Una recente disposizione europea ha vietato la differenziazione tariffaria per sesso (nelle polizze vita caso morte, basate sulle tabelle di mortalità, ha causato un aumento tariffario per le donne e diminuzione per gli uomini).

Ma le complicazioni maggiori si verificano nelle tariffe per l’assicurazione della responsabilità civile auto obbligatoria per legge; la legge Bersani per l’applicazione della classe Bonus Malus, l’indennizzo diretto, le truffe sempre più frequenti e le polizze false possono influire anche sensibilmente su una corretta costruzione delle tariffe.

La legge Bersani consente ai componenti di uno stesso nucleo famigliare di usufruire della migliore classe di Bonus, quindi se nell’ambito famigliare i due genitori hanno una autovettura in prima classe e l’altra in diciottesima perché ha causato più sinistri, vendono la seconda e ne acquistano un’altra intestandola al titolare dell’auto in prima classe o ad un figlio, non solo la nuova auto va in prima classe, ma si ottiene il rimborso del premio pagato e non goduto (al netto delle tasse) su quella venduta.

L’indennizzo diretto agevola indubbiamente l’assicurato che ha ricevuto un danno, ma per la compagnia il recupero viene fatto in base a dei forfait il cui meccanismo di calcolo andrebbe rivisto, come dovrebbe essere consentito all’impresa di verificare in base a quali criteri sono stati liquidati i danni causati dal proprio cliente; comunque l’indennizzo diretto può influire in meglio o in peggio sulla determinazione del costo medio dei sinistri.

Anche le truffe influiscono sulle tariffe; con frequenza sempre maggiore i giornali riportano notizie su truffe ai danni delle compagnie di assicurazione; possiamo classificare le truffe in due distinte tipologie:

– danni inventati con complicità a volte di assicuratori, medici, officine, periti; questi danni influiscono sia sulla frequenza sinistri che sul costo medio;
– danni veri, ma gonfiati o nella loro entità materiale o con le lesioni micro-permanenti inventate e difficili da confutare, la più classica è il colpo di frusta.

Inoltre, bisogna considerare anche altri fattori che per il momento ci limitiamo a indicare:

– secondo stime effettuate i veicoli circolanti senza copertura assicurativa (con polizze false o addirittura senza polizza) sono in Italia circa 4 milioni; in caso di sinistro grave deve intervenire il Fondo Vittime della Strada;
– secondo uno schema di decreto del Ministro per lo sviluppo economico, dovrebbe essere introdotto un contratto base che tutte le compagnie saranno obbligate ad offrire naturalmente ad un costo ridotto; questo sarà un argomento da trattare quando si potrà disporre di maggiori dettagli sui costi, una bozza di testo è già stata pubblicata.

Altre iniziative sono allo studio e c’è chi comincia rimpiangere i tempi delle tariffe amministrate e stabilite da CIPE; i prezzi erano uguali per tutte le compagnie ed erano vietati gli sconti, quindi la concorrenza era tutta basata sulla qualità del servizio offerto; ogni anno il CIPE comunicava le norme e le tariffe da applicare.

Le proposte, iniziative di legge, richieste delle associazioni consumatori che si moltiplicano rendono difficile capire che effetti potranno avere; sicuramente le ragioni ed i torti non stanno da una sola parte e sicuramente le compagnie di assicurazione e l’ANIA possono fare la loro parte, ma mi ritornano sempre più spesso le battute che sentivo e facevo durante il servizio militare sull’esistenza presso il Ministero della Difesa dell’ U.C.A.S., cioè Ufficio Complicazione Affari Semplici.

Più dialogo e reciproca comprensione tra tutte le parti interessate potrebbero veramente portare benefici a tutti, sia in termini di servizi che di riduzioni tariffarie.

Umberto Martelli

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