Il pacchetto turistico ‘all inclusive’ dà diritto al risarcimento del danno da vacanza rovinata quando i depliants informativi non sono conformi a quanto effettivamente viene offerto dall’albergo (Giudice di Pace Milano Sezione IX Civile, Sentenza del 18 gennaio 2011, n. 729).

Avete acquistato un pacchetto turistico ‘all inclusive’ ma, arrivati a destinazione, vi rendete conto che la formula non è poi così inclusiva?

Il Giudice di Pace di Milano, Sezione IX, con la pronuncia 18 gennaio 2011 n. 729, si è espresso per tutelare i diritti di chi, dopo aver acquistato con contratto sottoscritto un pacchetto turistico comprensivo di volo a-r e soggiorno con la formula del ‘tutto incluso’, giunto a destinazione, ha invece dovuto far fronte a una serie di disservizi e carenze con i conseguenti disagi.

La sentenza in questione riguarda tre persone che “nonostante il trattamento promesso fosse di all inclusive si sono trovate poi a dover pagare l’acqua gasata e gli alcolici e, benché richiedessero l’emissione dello scontrino fiscale per l’acquisto di queste bevande, il personale non lo emetteva”.

Inoltre, i disservizi lamentati riguardavano sia la camera assegnata, sporca, con il piatto doccia rovinato, telefono e asciugacapelli non funzionanti, senza ricambio degli asciugamani e pulizia giornaliera inesistente, sia il servizio ristorazione, con razioni minime, servizio poco curato, dolci preconfezionati e yogurt scaduti, sia il servizio solarium con sdraio sfondate e malridotte, senza ombrelloni e lettini, contrariamente a quanto previsto nelle schede promozionali.

Tra l’altro, sulla base delle testimonianze dedotte, è risultato che queste persone, a causa della scarsa qualità e quantità del cibo servito, dopo i pasti si recavano in altri servizi di ristorazione nel centro del paese per saziarsi, dovendo per di più usare il taxi per spostarsi.

Il Giudice, ritenute convincenti le prove fornite “del disagio e degli stress sopportati nel corso della vacanza incriminata, disagi che hanno pregiudicato il loro diritto al pieno godimento della vacanza organizzata, come occasione di svago e riposo, conformemente alle aspettative”, ha stabilito che le suddette persone fossero rimborsate in un terzo dell’importo versato per ciascuno dei pacchetti acquistati e che fosse liquidata di 300,00 € “per ciascuno degli attori a titolo di danno morale, in considerazione dello stress subito dagli stessi a causa dei disservizi, tenuto conto della durata del disagio sofferto, in rapporto alla durata complessiva del viaggio e dei prezzo corrisposto per il pacchetto turistico, come meglio indicato in dispositivo, oltre interessi legali dalla domanda al saldo effettivo”.

La sentenza ha infatti evidenziato che “il viaggio tutto compreso è un nuovo tipo di contratto in cui la finalità turistica, o scopo di piacere, non è un motivo irrilevante, ma costituisce la causa del contratto, onde l’inadempimento totale o parziale richiede il riequilibrio della sinallagmaticità del contratto stesso (Cass. n. 10651/08)”.

“Pertanto l’inesatto adempimento delle obbligazioni assunte dalle convenute nei contratti predetti rispetto a quanto indicato nei depliants informativi giustifica la richiesta di riequilibrio della corrispettività delle prestazioni, attraverso la restituzione di parte del prezzo pagato dagli attori, oltre il risarcimento del danno da vacanza rovinata per non avere gli attori potuto godere pienamente della sperata opportunità di svago e riposo, secondo le aspettative indotte dal catalogo e dalle rassicurazioni ricevute in agenzia e nel sito del Tour Operator”.

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