L’art. 21 della nuova legge professionale forense L. 247/12 recita: “L’iscrizione agli Albi comporta la contestuale iscrizione alla Cassa Forense. La Cassa Forense, con proprio regolamento, determina entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge i minimi contributivi dovuti nel caso di soggetti iscritti senza il raggiungimento di parametri reddituali, eventuali condizioni temporanee di esenzione o di diminuzione dei contributi per soggetti in particolari condizioni e l’eventuale applicazione del regime contributivo. Non è ammessa l’iscrizione ad ogni altra forma di previdenza se non su base volontaria e non alternativa alla Cassa Forense”.

“L’iscrizione a Cassa Forense è una svolta storica per gli avvocati. Da oggi, indipendentemente dal reddito, tutti i professionisti iscritti agli Albi dovranno obbligatoriamente iscriversi alla Cassa Forense”. Questo il commento del Presidente di Cassa Forense Alberto BAGNOLI all’indomani dell’approvazione della legge.

Secondo la legge la Cassa Forense ha dunque un anno di tempo, a decorrere dal Febbraio di quest’anno, per stabilire, con un proprio regolamento, tutti gli aspetti attuativi della norma, con particolare riferimento ai minimi contributivi e al regime previdenziale applicabile.

La nuova legge professionale, come riferito in altri miei precedenti articoli, ha invece scatenato grosse polemiche in ambito forense visto che si teme che con questo strumento in realtà sostanzialmente si punti alla cancellazione di molti avvocati. Ciò anche alla luce del fatto che degli oltre 56.000 avvocati iscritti all’Ordine ma non in Cassa Forense, pochissimi si sono iscritti alla Gestione speciale INPS come avrebbero dovuto fare a seguito della legge 335/1995 che introdusse appunto detta gestione speciale anche per i professionisti privi di Cassa.

Da parte della Cassa Forense la risposta ufficiale è venuta con la bozza di regolamento ancora in via di approvazione (attualmente è al vaglio del Comitato dei Delegati, che però non potrà definitivamente promulgarlo essendo in scadenza) esposta dal Presidente BAGNOLI in un’assemblea aperta a Ordini, Oua e Cnf ed alle associazioni tenutasi il 15 Giugno u.s., la Cassa Forense taglierebbe di un ulteriore 50% il contributo minimo previsto per l’iscrizione di chi non raggiunge i 10.300,00 euro l’anno. Il beneficio avrebbe durata di 10 anni con la possibilità di integrare il versamento per evitare che si dimezzi anche il riconoscimento dei mesi di iscrizione: 6 anziché 12.

Tra le altre novità maggiormente interessanti vi è l’opportunità, per gli iscritti agli albi, non appena inseriti nelle liste della Cassa, di valersi, se lo si ritiene opportuno, della possibilità di retrodatare l’iscrizione alla Cassa “per gli anni di appartenenza all’elenco dei praticanti abilitati al patrocinio sostitutivo”. Per coloro che, invece, alla data del 2 febbraio 2013 erano già iscritti nell’albo, la retrodatazione può essere allungata anche ai primi tre anni di iscrizione all’Albo”.

Un’ultima agevolazione è stata poi prevista per gli avvocati che, al momento della registrazione, abbiano compiuto il 40° anno d’età: essi potranno beneficiare del pagamento di una speciale contribuzione pari al doppio dei contributi minimi, soggettivo e integrativo, dell’anno di presentazione della domanda per ciascun anno a partire da quello del compimento del 39° anno di età, fino a quello anteriore alla decorrenza di iscrizione, entrambi inclusi.

Affinché tutto questo diventi operativo bisognerà però aspettare l’insediamento dei nuovi organi rappresentativi di Cassa Forense, visto che nel frattempo tra grandi polemiche e ricorsi si sono tenute le nuove elezioni degli stessi che hanno però visto esclusi dall’elettorato attivo e passivo proprio i 56.000 colleghi maggiormente interessati dalla riforma.

Avv. Stefano Rubeo