Patrocinio a spese dello Stato e difese d’ufficio: La proposta dell’A.N.F.
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LA LUNGA ATTESA PER IL PAGAMENTO DEGLI ONORARI
Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU)
Come certamente è noto, il decreto Bersani, così come modificato dalla legge di conversione, ha fatto molto parlare di sé, introducendo, da alcuni anni, alcune discutibili innovazioni nel mondo dei professionisti. Anche l’ambito delle difese d’ufficio e del patrocinio a spese dello Stato non è uscito indenne da questa poco studiata rivoluzione.
Fino a luglio 2006, una volta ottenuto il decreto di liquidazione delle proprie competenze dal Giudice si attendeva (e qui comunque vi erano e vi sono attese lunghissime, di quasi due anni) che tale provvedimento arrivasse all’Ufficio denominato “Modello 12”, si emetteva una fattura per l’importo dovuto e, dopo qualche giorno, si poteva tranquillamente andare alle Poste per ritirare il proprio compenso. In pratica, le Poste anticipavano all’avvocato che emetteva fattura la somma a lui dovuta dallo Stato.
Dal momento che non era possibile preventivare queste spese di giustizia (potevano essere determinate solo in sede di consuntivo), il 28.7.2006, con una circolare ministeriale, dopo aver definito le spese di patrocinio come ‘altre spese di giustizia’, la procedura di rimborso è stata accentrata nelle mani della Corte d’Appello.
L’ufficio ‘modello 12’ ha ora il solo compito di raccogliere le fatture e i dati dei professionisti e di inviarli al Funzionario Delegato presso la Corte d’Appello. Il Funzionario Delegato, poi, emette un modello denominato ‘31CC’ che viene inviato alla Ragioneria Centrale, con il compito di trovare i fondi e di inserire tali spese in un capitolo di bilancio. Competente al pagamento è dunque divenuta la Banca d’Italia, con il risultato che è obbligatorio emettere una fattura su somme che non è ancora noto quando verranno pagate dallo Stato.
Poiché il capitolo di bilancio prevede fondi anno per anno ormai insufficienti, l’attesa per il pagamento degli onorari a Roma ha raggiunto anche i 4 anni! Di tutto ciò si è parlato all’ultimo convegno dell’A.N.F. di Roma, la scorsa primavera, presso la Corte di Appello di Roma.
Numerosi i suggerimenti e le proposte per provocare una reazione del Governo. La più interessante appare quella relativa al ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per gli onorari già liquidati dal Giudice ma non pagati. L’azionamento di centinaia di azioni in sede Europea, azione assolutamente gratuita, potrebbe infatti convincere, aldilà del singolo risultato dell’azione, il Ministero di Giustizia ad interloquire con l’avvocatura.
A tale proposito, l’ANF-Roma ha elaborato, di concerto con l’Avv. Maurizio De Stefano, un ricorso tipo da presentare tramite raccomandata R.R. alla CEDU, onde porre un punto fermo sulla questione. Tale ricorso può essere scaricato dal sito www.anfroma.it.
In attesa di risposta da parte della Corte, il suggerimento proposto sembra fornire un valido ed efficace mezzo, conforme a ogni principio di diritto e deontologico, per trovare la strada verso la soluzione ai numerosi problemi sorti nel pagamento degli onorari, soprattutto dopo l’emanazione del Decreto Bersani.
Avv. Stefano Rubeo
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