Difese d’ufficio: Occorre voltare subito pagina

Scritto il 17/11/2011, 02:11.

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Il biennio che si concluderà nel gennaio 2012, sarà ricordato per aver messo in crisi un istituto importante: quello della difesa d’ufficio. Ecco un breve excursus di cosa è accaduto.

All’indomani dell’entrata in vigore della legge sulle difese di ufficio (L. 60/2001) si creò un clima di grande operosità, perché molti si identificarono nella ratio di quella legge, nata su iniziativa della Camera Penale. Finalmente, il difensore di ufficio era al centro di un progetto che valorizzava il giovane avvocato e, aumentando la qualità della difesa, ne avrebbe goduto anche il cittadino alle prese con la giustizia.

Per facilitare il corretto funzionamento della norma occorreva che il difensore di ufficio fosse immediatamente reperibile. Si decise quindi di ricorrere al difensore d’aula come modalità di espletazione della turnazione 97 comma IV c.p.p.. Il sistema presentava molti vantaggi, tra cui l’organizzare al meglio la propria attività professionale avendo anche il tempo necessario per lo studio dei fascicoli. Era un sistema migliorabile, ma rispondente allo spirito della norma.

Inoltre, era stato elaborato dalla Camera Penale di Roma, un progetto da cui si poteva attingere a piene mani. In buona sostanza si lavorava per un modello di difensore di ufficio che non doveva differire da quello di fiducia, avendo gli stessi mezzi e le medesime garanzie, comprese quelle economiche connesse alla retribuzione della propria attività. Una svolta epocale vissuta di buon grado dai più e sostenuta dall’impegno dell’Avvocatura in difesa della propria funzione e della giovane avvocatura. L’avvocato di ufficio avrebbe dovuto costituire il fiore all’occhiello dell’intera categoria.

Tuttavia, con un regolamento emesso dall’Ordine nel 2006, in cui si obbligava il difensore di ufficio ad avvisare il collega di fiducia assente (pena sanzioni disciplinari), inizia il primo grave arretramento del ruolo del difensore di ufficio. Da lì, infatti, è avvenuto un graduale smantellamento di quel sistema laboriosamente creato, senza sostituirlo con una valida alternativa.

L’attività di assegnazione alle aule veniva affidata alla Lextel che non riusciva però a eseguire il servizio, creando un notevole malumore nei difensori di ufficio di turno e negli operatori di giustizia. A nulla erano valse oltre 800 firme dei difensori di ufficio che chiedevano di non operare tale intervento che sicuramente avrebbe prodotto esiti infausti. Tutto è stato vano.

Come se non bastasse, di recente è stato pubblicato il nuovo regolamento delle difese di ufficio che completa l’opera demolitoria, abolendo le liste ex art. 97 comma 4 c.p.p., frutto della delibera consiliare del 7 luglio 2011.
Il tutto avverrebbe nel nome di alcune deliberazioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e soprattutto perché il sistema non funzionava a causa delle numerose assenze. In primis, l’Europa ci chiede una difesa effettiva e non certo l’abolizione del 97 comma 4 c.p.p.; in secondo luogo, il problema delle assenze andava affrontato migliorando i controlli: sarebbe stato sufficiente sostituire gli assenti ingiustificati.
Chiunque pratichi le aule di udienze scorge la grande confusione che favorisce la sistematica violazione della legge sulla difesa di ufficio.

Occorre voltare immediatamente pagina. Ricostruire ciò che è stato distrutto aiutando i giovani avvocati e investendo sulla difesa di ufficio, con quella cura che gli avvocati, oggi più anziani, hanno profuso nei nostri confronti.

Mi auguro che le cose cambino e in occasione delle prossime elezioni dell’Ordine degli Avvocati mi adopererò perché prevalga la lista di Mauro Vaglio, della quale faccio parte.

Nel caso toccasse a noi governare, procederemo in ossequio a questi principi e ci adopereremo per ricreare, anche insieme alle altre Associazioni, quel clima cui accennavo inizialmente del quale avvertiamo tanto la mancanza.

Avv. Mario Scialla, Direttivo Nazionale ANF

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