Novità dall’Osservatorio sulla Giustizia penale di Roma

Scritto il 13/07/2011, 06:07.

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L’Osservatorio sulla Giustizia Penale di Roma, composto da Avvocati e Magistrati, ha recentemente inviato ai Dirigenti degli Uffici Giudiziari Romani una proposta di modifica del protocollo delle udienze penali, risalente al 2006, per modificare i procedimenti con rito direttissimo.

Le osservazioni nascono da alcune criticità operative ravvisabili nelle attuali modalità di trattazione dei processi con rito direttissimo. Si premette che le proposte dell’Osservatorio non mirano solo a migliorare lo svolgimento dell’udienza, ma ad assicurare alle parti e, ancor più, al giudice, le migliori condizioni possibili per un’esauriente analisi delle regiudicande in disamina.

La fase della presentazione dell’arrestato per convalida e contestuale giudizio direttissimo è infatti il luogo di delicate decisioni sullo status libertatis dell’indagato e di pronunce definitorie della regiudicanda, ove, subito dopo la convalida dell’arresto, si acceda a riti alternativi.

Come si sa, molti procedimenti riguardano rapine o reati in materia di sostanze stupefacenti esulanti dall’ambito di applicabilità della fattispecie attenuata di cui all’art. 73 5 co. DPR 309/90, con la conseguente gravità del carico sanzionatorio. Si tratta pertanto di una fase in cui il giudice è chiamato a valutazioni assai delicate che hanno bisogno di un esame approfondito degli atti e di un’attenta riflessione.

Attualmente accade che gli atti vengano depositati la mattina stessa dalla polizia giudiziaria quindi le parti e il giudice hanno poco tempo di vagliarli attentamente e di adottare le proprie determinazioni sulla base di un’adeguata ponderazione delle risultanze procedimentali. A ciò si aggiunga che l’esiguo tempo a disposizione del difensore per preparare alla difesa il proprio assistito si riduce ancora di più se l’imputato è un cittadino straniero e non conosce l’italiano. Inoltre, non di rado avviene che gli arrestati siano più di quindici per ogni aula e ciò comporta l’espletamento degli adempimenti previsti con notevole celerità.

In questo quadro, rilievo determinante assume la relazione dell’Operante di p.g., con scarsa possibilità di vaglio critico, alla luce delle complessive risultanze emergenti dal fascicolo e con il rischio di acritico recepimento dei contenuti di essa, da parte del giudice.

Alcune misure organizzative, di non difficile attuazione, potrebbero agevolare una più ponderata trattazione dei procedimenti.

Per esempio, gli operanti di polizia giudiziaria potrebbero trasmettere gli atti via fax all’Ufficio arrestati della Procura che, a sua volta, potrebbe formare il fascicolo e inviarlo in aula entro le ore 9.

Andrebbe poi valorizzato il ruolo dell’Ufficiale giudiziario: se i difensori e gli operanti esponessero le loro esigenze all’Ufficiale Giudiziario e quest’ultimo le portasse a conoscenza del giudice e del pubblico ministero, si potrebbe dare priorità alla trattazione dei processi in relazione ai quali siano stati rappresentati motivi d’indifferibilità.

Pare utile procedere anche alla determinazione di un ordine di trattazione dei procedimenti nei seguenti termini: procedimenti cui sta per scadere il termine delle 48 ore previsto dalla legge per la convalida; processi cui gli operanti di p.g. abbiano segnalato l’esistenza di problemi tali da rendere necessaria una prioritaria trattazione del procedimento (es. problemi di salute psichica e/o fisica dell’arrestato); procedimenti cui i difensori abbiano rappresentato esigenze connesse a concomitanti impegni di carattere professionale; fascicoli cui non sussistano le esigenze pocanzi segnalate; fascicoli provenienti da rinvio, in cui l’ arresto è già stato convalidato e che sono perciò meno urgenti; da ultimo, procedimenti inerenti a reati in materia di sostanze stupefacenti, onde consentire al consulente tossicologico di trasmettere (via fax) l’elaborato peritale.

Appare comunque determinante, per dare alle parti e al giudice la possibilità di un’adeguata disamina della fattispecie, che il numero degli arrestati non superi il limite di 15 arrestati. Ove gli arrestati siano in numero superiore a 45 (15 per ciascuna delle tre aule designate per le direttissime monocratiche), si ritiene adeguato un modello con meccanismo ‘a scorrimento, analogo a quello attualmente in vigore per le direttissime collegiali.

Queste le proposte dell’Osservatorio sulla Giustizia penale di Roma sulle quali si è in attesa della risposta dei responsabili degli Uffici Giudiziari di Roma nella speranza che vengano recepite in una circolare unitamente alle altre disposizioni contenute nel protocollo delle udienza già in vigore dal 2006.

Avv. Stefano Rubeo, Coordinatore dell’Osservatorio penale di Roma

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