Etica, non solo deontologia!

Scritto il 6/02/2014, 01:02.

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illustrazione_montaigneCi si interroga spesso sul significato vero della cosiddetta “morale”, le risposte risultano per lo più intrise di demagogia spicciola e non è semplice, quindi, orientarsi in un panorama controverso che vede contrapporsi obiettivi di natura differente.

Per chi, come noi, si occupa di giustizia il processo mentale risulta ancor più complesso e spesso implica la riflessione su aspetti che nella normalità della vita quotidiana siamo portati a tralasciare; a questo proposito è utile dare una definizione idiomatica della parola etica, che deriva dal greco antico εθος (èthos) e letteralmente significa “carattere”, “comportamento”, “costume” e storicamente costituisce un ramo della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati.

L’etica, però, non è universale e questo costituisce un’ulteriore problematica nell’assegnazione di un valore al comportamento umano, che come ben sappiamo, differisce in base ad una serie di variabili, prima tra tutte quella culturale.

Non siamo qui per dare giudizi, bensì per cercare di chiarire a chi si pone il problema, quelli che possono essere gli elementi da considerare e valutare prima di “giudicare”, verbo che, già di per sé, appare inappropriato in relazione a quello che dovrebbe essere il sentire comune.

Prescindendo dalla religione, che pure ha il suo peso nell’ambito delle riflessioni sulla deontologia (non solo professionale), sarebbe opportuno tenere a mente l’importanza di un concetto che si rifà al cristianesimo: una parafrasi dell’amore per il prossimo che dovrebbe essere uguale all’amore per sé stessi.

Il nocciolo della questione è da individuare proprio in questo; come si può amare l’altro se siamo noi stessi a nutrire un sostanziale disprezzo per il nostro modo di vivere e rapportaci al mondo esterno?

Ed è qui che, a mio avviso, inizia e finisce l’etica, fondendosi con quello che, comunemente possiamo chiamare libero arbitrio; l’eterno dualismo tra il bene e il male viene riportato su un piano sostanziale e lascia ampio spazio a una serie di interpretazioni, psicologiche e non.

Non è ciò che siamo, ma il modo in cui agiamo, questo ci connota agli occhi degli altri, questo ci permette di scoprire meglio noi stessi.

Le riflessioni filosofico-esistenziali spesso non vanno di pari passo con le motivazioni, intese come antecedenti di un qualsivoglia comportamento, e si manifestano in netta contrapposizione ai bisogni materiali che ci opprimono, ai desideri che ci pervadono e alle conseguenze che ci annientano, per questo motivo la morale comune, quella che si estrinseca nel “porgere l’altra guancia” è in realtà una mera utopia e l’etica si presenta come una spirale perversa, un vortice che ci risucchia fino a un punto di non ritorno.

Riportando tutto su di un piano più semplice, accessibile alla mente e correlabile con la quotidianità, il suggerimento, nell’affrontare i problemi di natura moralistica, è quello di cercare la risposta dentro noi stessi, imparando, non a distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, ma cercando di scomporre il dubbio, frazionare il problema in relazione agli aspetti che consideriamo “accettabili” e quelli che invece costituiscono una negazione aprioristica.

Siamo noi stessi gli attori, i protagonisti di un’etica 2.0 che si evolve nel web come nella realtà e un buon punto di partenza è rappresentato da 3 banali quesiti:

E’ vero?

Costituisce un miglioramento per le relazioni tra esseri umani?

Costituisce un vantaggio per tutte le persone coinvolte?

E’ appena il caso di sottolineare quanto migliore sarebbe il mondo se in ogni circostanza della nostra esistenza fosse possibile rispondere affermativamente a queste semplici domande, e allora ecco svelato il trucco.

Un solo no deve essere uno spunto di riflessione; un solo no può essere il punto di partenza per migliorare noi stessi e ciò che ci circonda.

Dott.ssa Flaminia Bolzan Mariotti Posocco – Criminologa

www.logichecriminali.com

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