Gli Avvocati ed i soci di capitale

Scritto il 11/12/2011, 06:12.

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Non c’è logica che giustifichi l’inserimento, nella Legge di Stabilità 2012, di quella norma che apre la strada all’ingresso dei “soci di capitale” negli studi legali. Anzi, tutt’altro.

Già appaiono evidenti le distorsioni che ciò comporterà.

Assisteremo alla nascita di studi legali composti da Avvocati la cui attività verrà plasmata dai grandi clienti e cioè da banche, compagnie assicuratrici e grandi gruppi industriali. Questi “soci di capitale” si rivolgeranno solo ai propri studi legali, i cui Avvocati, in cambio del gettito finanziario a loro assicurato, si vedranno preclusa la facoltà di porsi liberamente al servizio di altri clienti.

Gli Avvocati che accetteranno di lavorare in tali strutture, perderanno l’indipendenza.

Quelli che non l’accetteranno o che non vi verranno ammessi, perderanno parte delle fonti di loro sostentamento. Che dire, poi, della riservatezza?

Potrà mai essere precluso al socio di capitale l’accesso alle informazioni riservate del “suo” studio?

Ragionevolmente, il socio di capitale non potrà essere privato del diritto di conoscere tutti gli affari dello studio legale di cui è partner. In tale veste, potrà conoscere degli incarichi acquisiti, del loro contenuto e della parcellazione.

Potrà accedere alla conoscenza anche di questioni riservate riguardanti suoi concorrenti, in un contesto di evidente conflitto di interesse. Saremo al paradosso: potrà l’Avvocato legittimamente opporre il segreto professionale a magistrati ed ispettori della Guardia di Finanza ma non ai soci di capitale! C’è di più.

Che dire dell’impatto sulla Cassa Forense? È ragionevole ritenere che i soci di capitale non saranno Avvocati e, quindi, non avranno obiettivi pensionistici. Essi mireranno essenzialmente a percepire i profitti derivanti dalla fruttuosità del capitale investito.

Utili, dunque, difficilmente riconducibili alla contribuzione forense e al sistema retributivo-solidaristico che deve improntare la nostra Cassa per garantirne la futura stabilità economico-finanziaria. È dunque opportuno opporsi alla partecipazione degli “investitori” negli studi legali. Un moderno Paese non necessita di “sudditi” ma di “cittadini”.

Anche a questo serve l’apporto di un’Avvocatura mantenuta libera ed indipendente, non quotidianamente mortificata, vilipesa e avvilita.

Alessandro Graziani
Avvocato in Roma

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