XXXI Congresso Forense di Bari: poche luci e molte ombre

Scritto il 16/12/2012, 10:12.

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XXXI Congresso Nazionale ForenseSi è tenuto a Bari dal 22 al 24 Novembre il XXXI Congresso nazionale forense dal titolo “L’Avvocatura per una democrazia solidale – il cittadino prima di tutto”

All’esito del Congresso, dopo un confronto durato quasi tre giorni sulla riforma della professione forense gli esiti delle votazioni fanno risaltare quello che da tempo l’ANF e l’Unione del Distretto degli Ordini del Lazio e tanti COA come Firenze, Bari e altri sforzavamo di far capire al CNF e a tutti i colleghi: oltre il 40% degli aventi diritto ha infatti votato contro o non ha voluto partecipare al voto quando è stato chiamato a esprimersi sul testo approvato dalla Camera dei Deputati. Dunque solo una maggioranza limitata si è espressa a favore della approvazione immediata del ddl che pende in Senato in terza lettura.

Di fatto dal complesso delle votazioni emerge come la maggior parte dei delegati congressuali abbia infatti voluto la legge “così com’è” non perché la condivida nel merito ma solo per questioni di mero principio: la regolamentazione della nostra professione con una legge ad “hoc” e non mediante regolamenti come quelli di Agosto.

A conferma di ciò l’approvazione della seconda mozione acclamata a fortissima maggioranza che richiede, in maniera contraddittoria con la prima votata, immediate modifiche successive all’approvazione della legge, di fatto così mettendo in dubbio il reale esito della prima votazione sulla quale si è speso a dismisura il potere e l’influenza del CNF che avrebbe voluto addirittura un’approvazione all’unanimità!

Di fatto quindi il testo in esame al Senato secondo la stragrande parte dei delegati congressuali, anche quelli favorevoli all’approvazione immediata del ddl così come è, non risponde affatto alla domanda di modernità che richiede la nostra professione e addirittura per alcuni aspetti costituisce un vero e proprio passo indietro.

È stato infatti evidenziato dai più come la riforma rischia di produrre degli effetti perversi e contraddittori:

il modello ordinamentale previsto con lo svilimento delle funzioni dei COA, del Congresso Forense e dell’OUA e l’introduzione di un CNF con poteri assoluti e incontrollabili, le norme che regolano l’accesso e l’iscrizione all’albo, l’introduzione delle specializzazioni, sono riforme che in realtà tendono tutte più a cercare la conservazione dello status quo che a creare le condizioni per uno sviluppo e una tutela dell’attività professionale dei più giovani.

Nulla infatti si prevede per quei colleghi dotati di pseudo partite iva, ma di fatto veri dipendenti senza garanzie di nessun tipo, ignorandosi così il dato evidente costituito dalla differenza tra gli iscritti all’albo ben 240 mila e quelli alla Cassa 170 mila.

Con l’attuale disegno di legge la “governance” passa nelle sole mani del CNF, illiberale e antiquato per composizione e designazione:

si pensi che il CNF (organo giurisdizionale si rammenti!) oltre a rappresentare politicamente l’Avvocatura d’ora in poi addirittura, potrebbe indicare quali sono le associazioni forensi maggiormente rappresentative, compito ora di competenza del Congresso Nazionale Forense, un’assemblea eletta democraticamente a differenza del CNF che è organo di secondo grado per di più con evidenti asimmetrie di composizione territoriale. Assistiamo quindi a una controriforma che assegna a un unico organo il potere di regolamentare, amministrare e giudicare una categoria professionale scegliendosi addirittura autonomamente gli interlocutori con i quali trattare!

In conclusione un Congresso, seppure questa volta a differenza di quello di Milano ben svolto, dalle conclusioni sostanzialmente contraddittorie che ancora una volta è stato ignorato dal Ministro – Avvocato Severino che non si è presentato né ha inviato un proprio rappresentante.

Avv. Stefano Rubeo

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