Architettura e urbanistica nel rapporto con il crimine

Scritto il 24/04/2013, 07:04.

LINK TO: Psyche et Ius

Fotogramma di "Blow up", regia di M. AntonioniLe teorie ecologiche della criminalità tendono a dimostrare l’esistenza di una relazione tra struttura dell’ambiente urbano e tassi di criminalità.

Negli anni ‘30, Shaw e McKay, sociologi esponenti della cosiddetta Scuola di Chicago, sostenevano che, in condizioni di deterioramento delle aree, dovuto a sovraffollamento, cattive condizioni di vita e degrado ambientale, la comunità locale non riesce più a svolgere alcun tipo di controllo sociale spontaneo.

Sulla base dei risultati delle numerose ricerche effettuate, i due studiosi elaborarono il Chicago Area Project, un importante progetto di prevenzione della delinquenza avente la finalità di diminuire la disorganizzazione sociale e aumentare la coesione comunitaria.

Negli anni ‘70 gli studi ecologici si svilupparono notevolmente, focalizzando l’attenzione sullo spazio fisico come luogo di compimento delle attività criminali.

Per Brantinghams lo spazio diventa la quarta dimensione del delitto (dopo la legge, il criminale e la vittima).

Oscar Newman, architetto, finalizzò quindi i suoi studi all’elaborazione di un programma di prevenzione del crimine basato sulla nozione di spazio difendibile: l’ipotesi di base era quella secondo cui la criminalità si poteva prevenire tramite un’attenta progettazione architettonica volta ad eliminare le terre di nessuno e a creare spazi difendibili spontaneamente dalla comunità.

Un altro filone di studi sugli aspetti ambientali della sicurezza urbana fa capo all’opera dell’antropologa americana Jane Jacobs, la quale fonda la sua teoria su due grandi ipotesi:

– la sicurezza di un territorio è legata alla vitalità dei quartieri; l’occhio sulla strada da parte degli abitanti è il primo elemento che garantisce sicurezza;

– la sicurezza urbana dipende molto dal grado di identificazione dei cittadini con il territorio; il sentimento di appartenenza all’ambiente di vita, infatti, incentiva comportamenti di protezione dello stesso.

Jane Jacobs, tramite un’attenta osservazione di un quartiere di New York, enuclea alcune caratteristiche ambientali che rendono un quartiere sicuro; in particolare si possono identificare tre elementi fondamentali:

– un quartiere è tanto più sicuro quanto più vi è commistione di attività. (In questo senso la Jacobs rigetta l’idea della rigida omogeneità funzionale e morfologica dei quartieri);

– un quartiere è tanto più sicuro quanto più è chiara la delimitazione tra spazio pubblico e spazio privato, evitando la formazione di “terre di nessuno”;

– un quartiere è tanto più sicuro quanto più gli abitanti possono esercitare spontaneamente un controllo sullo stesso; da qui l’esigenza di progettare edifici e spazi in modo tale da rendere possibile “l’occhio sulla strada”.

Il pregio dell’approccio ecologico risiede nell’avere coniugato due saperi tradizionalmente non comunicanti come la criminologia e l’urbanistica, aprendo così nuovi orizzonti per l’elaborazione di politiche che riducano l’incidenza della delinquenza.

Ed è forse proprio l’interconnessione tra campi del sapere apparentemente così distanti l’elemento nuovo e assolutamente attuale di tali teorie.

Ma quali sono i risultati sul piano della riduzione della criminalità nelle esperienze di questo tipo?

Gli studiosi della Scuola di Chicago e i loro successori hanno avuto il merito di focalizzare l’attenzione su elementi (spazio urbano e territorio) poco considerati dalla criminologia tradizionale.

La centralità del crimine e della sua prevenzione, tramite la riduzione delle opportunità ambientali, tuttavia, costituisce un limite all’utilizzo di tali teorie, perché ne vincola l’efficacia alla considerazione di una reale diminuzione dei tassi di criminalità.

La manipolazione dell’ambiente urbano, invece, indipendentemente dalla sua idoneità a ridurre la criminalità, può rivestire un’utilità effettiva (valutabile empiricamente) soprattutto nel campo della sicurezza urbana.

La conformazione urbanistica del territorio, infatti, incide sulla percezione di insicurezza delle persone.

Il degrado urbano contribuisce ad una diminuzione di attaccamento delle persone al proprio territorio, riducendo così il livello di integrazione sociale e le occasioni di controllo sociale informale.

Infine, la presenza di uno spazio fisico poco “intellegibile”, vale a dire poco usufruibile per la presenza  di ostacoli fisici od ottici, contribuisce a strutturare la percezione di insicurezza di quello spazio, il suo abbandono e, in definitiva, la sua maggiore capacità recettiva di fenomeni devianti.

Dr.ssa Flaminia Bolzan Mariotti Posocco – Criminologa

www.logichecriminali.com

Articoli correlati:

1 commento su “Architettura e urbanistica nel rapporto con il crimine”

Scrivi un commento

Divertirsi imparando

Iniziative sociali in zona Tribunale

Iniziative sociali in zona Tribunale. Roma, quartiere Prati. Partirà dal mese di marzo prossimo, presso i locali della Parrocchia di Santa Lucia, sita... [Continua]

Corso personalizzato per la preparazione al Nuovo Esame di Avvocato

iscrizioni aperte

Sono aperte le iscrizioni al nuovo corso personalizzato per la preparazione al prossimo Esame di Avvocato 2015/2016. Il corso offre una preparazione... [Continua]

Il Nuovo Esame di Avvocato

Riforma del 2012 (art. 46 Legge n. 247/2012)

La riforma del 2012 (art. 46 Legge n.247/2012) ha introdotto importanti modifiche all’esame di abilitazione all’esercizio alla professione di Avvocato. Dalla... [Continua]

Recente sentenza sul legittimo impedimento

Corte di Cass. Pen. n. 32949/2012

Costituisce legittimo impedimento a comparire in udienza il diritto del difensore di poter partecipare al funerale di un suo prossimo congiunto rappresentando... [Continua]

Attiva i riferimenti normativi con il Parser Normativo

Scarica da www.normattiva.it il software che trasforma in link i riferimenti normativi contenuti in un testo giuridico

Per attivare i riferimenti normativi in un testo è possibile utilizzare il Parser Normativo, scaricabile dal sito NORMATTIVA “il portale della legge... [Continua]

Milano. Chiusura Uffici dell’Ordine degli Avvocati di Milano e della Fondazione Forense

24 dicembre 2012 e 31 dicembre 2012

Gli Uffici dell’Ordine degli Avvocati di Milano e della Fondazione Forense di Milano resteranno chiusi nei giorni 24 e 31 dicembre 2012. Si segnala che: –... [Continua]