Modificato il regime dei minimi

Scritto il 20/07/2011, 04:07.

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A partire dal 2012 è stata introdotta dalla manovra economica (D.L. 98/2011 art. 27, convertito in Legge il 15/07/11) una modifica al regime dei minimi che penalizzerà sia i piccoli professionisti che le piccole imprese. Si tratta dell’accesso a tale regime agevolato (denominato “forfettone”) che sarà consentito soltanto agli under 35 e che potrà applicarsi fino al compimento del 35° anno di età (primo requisito) e deve trattarsi di una nuova iniziativa produttiva e non una mera prosecuzione di un’altra (secondo requisito).

Prima della modifica l’accesso era riservato a coloro i quali nell’anno precedente non avessero realizzato ricavi superiori a 30.000 €, che si trattasse di persone fisiche e che non fossero stati pagati, nel triennio precedente, 15.000 € in canoni di locazione finanziaria e non.

Le principali agevolazioni consistevano nel pagare un’imposta sostitutiva del 20 % in luogo dell’Irap, dell’addizionale regionale e comunale, oltre all’esclusione dall’Iva e dagli studi di settore.
Ora, con l’intervento della manovra, la sostitutiva passa al 5% ma il limite di età o il non aver precedentemente avuto la partita IVA con lo stesso codice attività penalizza coloro che hanno aderito al presente regime contabile: oltre 500 mila contribuenti che, loro malgrado, saranno costretti ad utilizzare il regime semplificato o quello ordinario (opzionale) con tutti gli adempimenti del caso.

Elencando brevemente gli aspetti negativi di questa incomprensibile riforma che decreterà più evasione che introiti, possiamo dire che: a) il Consulente del Lavoro, il Commercialista ed il Ragioniere, visto l’aumento dei loro adempimenti fiscali (dichiarazione annuale Iva, eventuale comunicazione annuale Iva, studio di settore, liquidazioni trimestrali Iva, eventuale Irap, ecc) rispetto al regime dei minimi, applicherà un aumento di parcella non indifferente; b) gli stessi contribuenti ex minimi dovranno applicare l’Iva sui loro compensi/ricavi che, ovviamente, saranno a carico principalmente dei consumatori finali.

Come al solito si cambiano le regole durante il gioco. Nel 2008 fu ottima l’idea da parte del Governo Prodi (disegno di legge poi convertito durante l’attuale legislatura), peraltro proprio perché si voleva dare la possibilità ai piccoli contribuenti di applicare questo regime agevolato senza essere costretti a tutti gli adempimenti di cui sopra e senza la tenaglia di guadagnare effettivamente poco ed essere congrui e coerenti con gli studi di settore. Anche se è vero che l’adeguamento agli studi non è obbligatorio, è altrettanto innegabile che, non adeguandosi, ci sarà la futura chiamata da parte dell’Agenzia delle Entrate per richiedere giustificazioni del caso e non è detto vengano sempre prese in considerazione.

Anzi… se c’era il problema che troppi contribuenti applicassero il regime dei minimi, si poteva eliminare l’accesso dal 2012 e non anche per coloro che ne avevano fatto affidamento nel 2008!
Ma se l’intenzione del Governo di allora era proprio quella di far confluire la maggior parte dei contribuenti con determinate caratteristiche, all’interno di questo regime, a cosa si deve tale modifica? Abbiamo capito che la questione è economica, ma non si può sempre penalizzare i piccoli contribuenti perché, così facendo, non si avrà mai la certezza del diritto per avere un giusto sistema fiscale.

C.d.L. Ivano Laurenzi

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