La Corte Europea condanna lo Stato Italiano

Scritto il 20/07/2011, 03:07.

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La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) con sentenza del 29 marzo 2011 ha deciso il ricorso n. 47357/08 ed  ha condannato lo Stato Italiano a pagare il risarcimento dei danni subiti dai genitori per la morte del figlio, ucciso da un agente di polizia.

La vittima non si era fermata a un posto di blocco e, scesa dalla macchina, era fuggita; l’agente di polizia, durante l’inseguimento in una ripida scarpata, scivolando, aveva esploso il proiettile mortale.

I genitori del ragazzo hanno presentato ricorso alla C.E.D.U. perché, dopo undici anni, la Giustizia Italiana, pur avendo inizialmente riconosciuto la responsabilità penale dell’agente per omicidio colposo, ha tuttavia dovuto pronunciare sentenza di non doversi procedere per prescrizione del reato.

La Corte di Strasburgo ha riconosciuto sussistente la responsabilità dello Stato Italiano per violazione del diritto alla vita, tutelato dall’art. 2 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, perché il nostro ordinamento non dispone di una adeguata regolamentazione dell’uso delle armi durante l’arresto o il fermo.

Chiarisce la Corte che l’uso delle armi da fuoco è legittimo solo se è “assolutamente necessario” ovvero, come stabilito dall’art. 2 della Conv., se la persona che deve essere arrestata o fermata rappresenti una minaccia per la vita o l’integrità fisica dei terzi o se sia sospettata di aver commesso un reato contro la persona. Al di fuori di queste ipotesi, utilizzare le armi da sparo non è mai giustificato anche se vi fosse il rischio di non riuscire a fermare il fuggitivo.

In un obiter dictum della sentenza di Strasburgo vi è anche una dura critica al sistema penale italiano della prescrizione dei reati che puniscono la lesione del diritto alla vita; infatti, evidenzia la Corte, che la prescrizione estingue il reato tout court senza prevedere alcuna diversa sanzione “disciplinare” e ciò non garantisce una forza deterrente a prevenire la commissione dei reati.

Avv. Mariateresa Elena Povia

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2 commenti su “La Corte Europea condanna lo Stato Italiano”

  • 17 Aprile, 2012, 14:44
    admin

    CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
    SECONDA SEZIONE
    CAUSA ALIKAJ E ALTRI c. ITALIA
    (Ricorso n. 47357/08)
    SENTENZA STRASBURGO 29 marzo 2011

  • 7 Maggio, 2017, 12:36
    VINCENZO MATTALIANO

    Egregio sig.
    Mi rivolgo a Voi perché qui in Italia nessuno riesce a darmi una risposta/aiuto: il mio problema è che mia moglie in data 15/03/2017 è stata ricoverata dopo comparsa di dolori addominali e successivo ricovero in ginecologia con diagnosi di carcinosi peritoneale da ADK di origine ginecologica. Programma Terapeutico:CARBO + TAXOLO – Esame Obiettivo: Esiti di laparotomia. Viene prescritto il ciclo di Carbo-Taxolo al 80% + Emend. Presento richiesta di invalidità e mi viene riconosciuto al 100% senza riconoscimento di rettribuzione. In data 07/04/2017, al 3 ciclo viene trattata con il seguente ciclo: CARBO6/TAXL – CARBOPLATINO AUC 6 – PLACLITAXEL 21 GG.
    A QUESTO PUNTO TRAMITE LA MIA DOTTORESSA presentiamo la domanda di aggravamento la quale viene respinta. Mi sono permesso di rivolgermi a Voi per sapere a quale Cristo devo chiedere per poter avere l’invalidità + l’accompagnamento che di diritto li spetta? Vi ringrazio.
    Mattaliano Vincenzo

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