La principale funzione del difensore d’ufficio è quella di fornire all’imputato, che non lo abbia, un avvocato che tuteli il suo diritto alla difesa. Funzione di enorme valore sociale, perché i clienti che il difensore d’ufficio assiste sono, principalmente, persone con difficoltà economiche tali da non potersi permettere una difesa di fiducia.

Quando si parla di difesa d’ufficio, si parla anche, molto spesso, di gratuito patrocinio. Ricordo l’illustre avvocato Manfredo Rossi, in un’indimenticabile conversazione nell’aula avvocati del palazzaccio, quando indicò i danni alla categoria forense che l’avvento del gratuito patrocinio avrebbe prodotto. Purtroppo ne ha prodotti molti di più!

La difesa d’ufficio ha sempre avuto un’altra importantissima funzione: quella di consentire al giovane avvocato di crearsi un avviamento che gli consentisse, in tempi non lunghi, di ottenere brillanti successi professionali. Oggi ci si iscrive alla lista dei difensori d’ufficio, non con lo scopo di acquisire una clientela, per i successi ottenuti e per la professionalità dimostrata, ma, in troppi casi, solo con quello di ottenere il pagamento degli onorari liquidati.

Non è sempre così, per fortuna, ma i molti avvocati civilisti iscritti nelle liste delle difese d’ufficio, sostituiti in udienza dal collega penalista, ci fanno riflettere su quale sia, oggi, lo scopo principale del difensore d’ufficio. Il ladro non ha un modello 740, ma ha sempre pagato il suo avvocato.

Come il legislatore potrebbe migliorare questa importantissima funzione?

Prima di tutto ricordiamoci che il praticante, prima di ottenere l’abilitazione al patrocinio, deve fornire un elenco di udienze alle quali ha partecipato.

Se ha assistito ad udienze penali, potrebbe essere iscritto d’autorità nell’elenco dei difensori d’ufficio, sotto la responsabilità deontologica e professionale dell’avvocato presso il quale svolge la pratica forense, per le cause che può patrocinare.

Superato l’esame di stato potrà scegliere se far parte della lista dei difensori d’ufficio o meno. Il giovane avvocato avrà così modo di imparare a “stare in udienza” e a discutere i processi, prima sotto lo sguardo vigile del suo dominus e poi da solo.

Così inizierà a crearsi una clientela e, gradualmente, un buon avviamento professionale.
Verrebbe così superato il problema di incostituzionalità evidenziato dalla nota sentenza (Corte Cost. n. 106/2010).

Si dovrebbe fissare un limite oltre il quale l’avvocato, che sia stato iscritto nell’elenco dei difensori d’ufficio, deve lasciare il posto ai colleghi più giovani; se in questi primi 6/10 anni di professione non è riuscito a crearsi un valido avviamento, forse è ancora abbastanza giovane per avere il meritato successo in un’altra attività.

Il legislatore che decidesse di migliorare la difesa d’ufficio, dovrebbe anche pensare ai numerosi colleghi che hanno impostato la loro attività professionale su una clientela favorita dal “gratuito patrocinio”.

Come tutelare questi avvocati, molti dei quali molto bravi, ma che hanno dedicato poco tempo a crearsi un avviamento professionale?

Creando lo ‘Studio del gratuito patrocinio’, che in America funziona benissimo: un gruppo di avvocati stipendiati dallo Stato con la sola funzione di assistere quei clienti che hanno diritto a una difesa gratuita.

I costi sarebbero certamente minori di quelli che oggi lo Stato non riesce ad onorare se non dopo anni di ritardo; l’ingolfatissimo dibattimento sarebbe certamente deflazionato da un miglior uso dei riti alternativi, tutto con un grande vantaggio per i giovani avvocati i quali, dopo qualche anno presso lo studio del Gratuito Patrocinio, troverebbero facilmente, per la grande esperienza e professionalità acquisite, un posto presso un importante studio legale, posto oggi precluso a chi non è, in qualche modo, conosciuto dal titolare.

Avv. Remo Pannain