Truffe, incidenti inventati, finti furti, polizze false, auto non assicurate… E le compagnie di assicurazione dicono che

Scritto il 28/10/2013, 11:10.

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Fotogramma del film di J. Carpenter, "Il seme della follia"  ©Le Compagnie di assicurazione dicono che se tutti pagassero le polizze auto, se non ci fossero esagerazioni dolose dei danni, organizzazioni truffaldine che “documentano” sinistri mai avvenuti, trucchi per pagare di meno e quant’altro, le tariffe RC Auto potrebbero costare molto di meno.

Ma è vero? Almeno in parte sicuramente sì, ma è difficile quantificare esattamente quanto questi fenomeni incidono sulle tariffe anche perché quello che viene scoperto e denunciato, secondo molti sarebbe solo la punta di iceberg.

Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza scrivendo in italiano “vulgaris” evitando il più possibile il “giuridichese” e l’“assicuratese”.

Nei film americani e inglesi siamo abituati a vedere che le compagnie di assicurazione, in caso di incendi di stabilimenti e magazzini o furti di gioielli e quadri di particolare valore, utilizzano investigatori privati specializzati per l’accertamento dei fatti o il recupero degli oggetti rubati.

In Italia non si ricorre, almeno ufficialmente, a investigatori privati e si ha più fiducia nelle indagini della polizia giudiziaria e negli accertamenti dei vigili del fuoco che, a nostro parere non sono secondi a nessuno nel mondo.
Fatta questa doverosa premessa, passiamo a occuparci delle “truffe” più tipiche del nostro Paese limitandoci al settore “auto”.

Con il termine generico di “truffa” siano soliti comprendere incidenti falsi (sia del singolo che di organizzazioni specifiche), esagerazioni dolose del danno, inversioni di responsabilità in un incidente stradale, assicurazioni false e quant’altro.

Una volta si usava dire che “truffare l’assicurazione non è reato” e lo sostenevano convinte persone molto perbene e molto oneste sia nella loro vita privata che nella loro professione; oggi questo concetto sopravvive anche se molto attenuato.

Quando l’assicurazione di responsabilità civile non era obbligatoria, in caso di incidente (non grave ovviamente) se un’autovettura era assicurata e l’altra no, la responsabilità se la assumeva comunque l’assicurato e ci si metteva d’accordo sul resto; era quasi considerata una prassi normale.

Con l’avvento dell’assicurazione obbligatoria le cose non erano cambiate di molto: la responsabilità se la assumeva chi aveva il danno minore; se poi uno danneggiava la propria auto urtando un palo, un muretto o altro, cercava e spesso trovava un amico: dì che sei stato tu, così paga l’assicurazione.

Una precisazione è doverosa: quanto sopra non si riferisce alla totalità degli automobilisti, ma solo ad una piccola percentuale degli stessi; la percentuale è piccola, ma applicata alla quantità dell’insieme i casi sono numerosi.

L’introduzione del Bonus/Malus ha praticamente eliminato quasi del tutto questa usanza: per un sinistro denunciato il Malus scatta di due classi e il maggior premio di responsabilità civile non si limita a un anno, ma si trascina negli anni successivi ed è pesante: senza sinistri si scende di una classe, con un sinistro si sale di due, quindi il delta è di tre classi! Si tratta quindi di un tipo di truffa in via di estinzione mentre resiste al tempo l’esagerazione dolosa del danno: il fatto è vero, il danno è vero, ma si cerca di lucrarci sopra.

Il caso più frequente è il “colpo di frusta” quasi onnipresente quando c’è un tamponamento; è infatti difficile dimostrare che non è vero e allora, a volte, le compagnie preferiscono offrire una somma ridotta a stralcio pur di chiudere la pratica del sinistro; se il danneggiato si accontenta al volo di una somma bassa, le conclusioni sono ovvie.

Una leggenda metropolitana afferma che quando a Napoli c’è un tamponamento, ci sono quattro colpi di frusta e ciò indipendentemente dal numero delle persone che si trovano a bordo; si tratta naturalmente di una leggenda che nasce dalla particolare capacità che hanno i napoletani nell’arte di arrangiarsi abbinata al concetto che “truffare l’assicurazione non è reato”, ma quasi un diritto. Altro tipo di esagerazione dolosa del danno è quella di far includere nella valutazione del danno bozzi o piccole ammaccature che in realtà non sono conseguenza dell’incidente che è pur vero.

Queste sono le cosiddette truffe individuali che prolificano anche per colpa delle compagnie che molto spesso preferiscono non denunciare il fatto e chiudere comunque la pratica sulla base del danno vero. In altri paesi europei e non, chi ci prova passa un guaio.

Le truffe che preoccupano molto di più le compagnie sono quelle messe in atto da vere e proprie organizzazioni e che sono in crescita quasi esponenziale. Molti credono che sia un fenomeno tipico delle nostre regioni meridionali, ma anche questa è una leggenda metropolitana.

Basta seguire alcune riviste assicurative online per rendersi conto che, quasi ogni giorno, vengono segnalate truffe di ogni genere in ogni parte d’Italia; l’ultima segnalata da Adnkronos e riportata da Intermediachannel è avvenuta a Torino: imputate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ben 155 persone tra medici, avvocati, periti, titolari di scuole guida, carrozzieri e semplici cittadini, il danno alle compagnie di assicurazione è stato valutato in 6 milioni di euro ed è stata disposta la confisca di beni per 5 milioni di euro.

Questo tipo di truffe organizzate con la complicità di medici, periti, agenti di assicurazione ed avvocati, carrozzieri generano purtroppo diffidenza verso categorie che sono costituite nella quasi totalità da professionisti seri, onesti e preparati.

Avviso importante per gli automobilisti coinvolti in incidenti stradali: se vi viene proposta qualche vantaggiosa forma di “accomodamento”, non cadete in tentazione, rifiutate e parlate con il vostro assicuratore di fiducia.

Le compagnie di assicurazione lamentano anche un altro tipo di truffa: quella di utilizzare documentazione fasulla creata apposta per poter stipulare una polizza di responsabilità civile a premi più bassi; si tratta in sostanza di far risultare la residenza del contraente in province dove la tariffa è molto più bassa: tra Napoli e Treviso, per esempio, la differenza è veramente molto forte e la crisi economica rende altrettanto forte la tentazione.

Questo stratagemma a volte è frutto di iniziative personali (dietro cattivo consiglio del solito amico furbo), ma il più delle volte è frutto di vere e proprie organizzazioni che convincono l’automobilista facendogli credere che è tutto regolare. Per questo motivo l’IVASS e le compagnie di assicurazione hanno intensificato i controlli e gli agenti hanno l’obbligo di chiedere fotocopia del libretto, del certificato di proprietà e della documentazione di acquisto dell’auto nuova e di vendita di quella sostituita; se l’assicurando viene da altra compagnia, viene chiesto anche l’originale dell’ultimo attestato di rischio e comunque si consulta anche la Banca Dati ANIA.

Ci sono anche tipi di truffa che non sono ai danni delle compagnie di assicurazione, ma a danno degli automobilisti: le polizze false e quelle rilasciate da compagnie non autorizzate dall’IVASS o da sedicenti broker. In questi casi l’autoveicolo non è assicurato, mentre il proprietario è convinto di esserlo; il consiglio che possiamo dare è quello di diffidare di offerte molto vantaggiose e di fare controlli, magari tramite internet e consultando lo stesso sito dell’IVASS che, oltretutto, ha degli uffici a disposizione di tutti gli assicurati e poi ci siamo anche noi se lo desiderate.

Ma non bastano le polizze false e quelle stipulate con documenti falsi, secondo le stime di vari enti (e quindi attendibili) i veicoli non assicurati in Italia sono circa 4 milioni e il trend è in netta crescita anche a causa delle disponibilità economiche sempre più ridotte di intere fasce di categorie. Ma cosa fare se si ha la sfortuna di essere coinvolti in un incidente con un “non assicurato”? Se le disponibilità economiche lo consentono, per evitare di incorrere in queste situazioni, conviene assicurarsi anche per i danni propri, oggi le compagnie offrono anche una kasko ridotta, ma che consente di essere coperto fino a circa 5 mila euro; se non si hanno le disponibilità economiche (o se si è provveduto prima) conviene rivolgersi al proprio assicuratore di fiducia per verificare se e cosa si può fare.

Le truffe assicurative non riguardano solamente il settore autoveicoli, ci sono tentativi di truffe che riguardano polizze malattie, infortuni, furto, incendio e tutto sommato non sono casi isolati; me ne parleremo la prossima volta.

Dott. Umberto Martelli

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