La prevenzione attraverso il muto linguaggio del corpo

Scritto il 6/02/2014, 01:02.

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H_Bosch

A tutti, almeno una volta nella vita, sarà capitato di provare questa strana sensazione che porta a far scattare un campanello d’allarme e ad attivare la nostra attenzione e indurci in uno stato di tensione più o meno palpabile.

Per comprendere a livello razionale cosa generi tale inconscia apprensione nei confronti di qualcuno, e in particolare come forma di prevenzione di reati come lo stalking e la violenza sulle donne, ritengo utile dare dei consigli per individuare una probabile persona sospetta o sul punto di commettere un reato.

A tale proposito mi trovo a scrivere del tema del mio intervento al Convegno itinerante “Lo stalking e la violenza sulle donne”, recentemente tenutosi a Palermo, con l’intento di formare e informare più persone possibile anche attraverso questo articolo.

La prima dimensione da tenere in considerazione è la tensione, è utile riconoscere i segnali che caratterizzano questa attivazione fisiologica, che spesso precede un atto criminoso, che sono: gesti di manipolazione (toccarsi il viso, sfregarsi le mani), uno sguardo “anomalo”, agitazione a livello delle braccia o delle gambe, mordersi le labbra.

Bisogna inoltre considerare che spesso una persona che voglia commettere un reato in pubblico mostri segnali legati alla furtività, come avere il volto coperto o parzialmente nascosto, tenere il mento basso per non mostrare il viso o guardarsi attorno per verificare se ci sono testimoni o forze dell’ordine.

Per quanto riguarda un attacco violento, esso è spesso preceduto da manifestazioni tipiche della rabbia, esse sono: pugni stretti, rigonfiamento della mascella e denti stretti, labbra strette con forza, narici dilatate, sguardo tagliente e sopracciglia ravvicinate come a formare una “v”.

In relazione agli assalti di natura sessuale, l’assalitore tende a mostrare la sua eccitazione attraverso alcuni segnali corporei, quali il contatto con la zona inguinale, uno sguardo persistente, leccarsi o mordersi labbra, tenere la bocca leggermente aperta, narici e pupille dilatate.

Una forma di prevenzione, in particolar modo rivolta alle donne, può essere attuata in diversi modi: in primo luogo è bene, qualora si sospetti di qualcuno nelle vicinanze, non alimentare il desiderio evitando il contatto visivo e coprendo le zone scoperte del corpo cercando di allontanarsi; un altro modo è quello di usare il telefono come deterrente parlando con qualcuno o contattando le forze dell’ordine, è comunque utile far finta di telefonare qualora non ci fosse campo.

Nel malaugurato caso in cui si entri a contatto con l’aggressore eventuali reazioni vanno inquadrate sulla direttrice fuga-attacco. Fuggire è di gran lunga il modo più efficace per sfuggire ad un attacco, è utile andare in un luogo affollato camminando o correndo e, all’occorrenza, urlando per attirare l’attenzione. In caso ci si trovi alle strette è possibile provare a liberarsi urlando e attaccando con mezzi propri (come lo spray al peperoncino) o impropri (oggetti contundenti come una scarpa, un telefono o una chiave) e cercare al più presto una via di fuga.

Dott. Francesco Di Fant, esperto di C.N.V.

www.francescodifant.it

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