Un magico ciclo di celebrazioni: dai Saturnali al Deus Sol Invictus fino al Natale oggi
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Le antiche vestigia del Circo Massimo, circondate da un frenetico e caotico traffico condotto da distratti conducenti, non possono cancellare la memoria di antiche ritualità che si celebravano nel mese di dicembre.
I giorni antecedenti al Solstitium di inverno, da sempre, erano momenti di festa e riflessione interiore.
Il Solstizio era identificato nel giorno 25 dell’ultimo mese dell’anno civile. La festa in onore al dio Saturno apriva questo magico ciclo di celebrazioni votive ad antiche divinità italiche, con il 17 dicembre iniziavano i Saturnali. Le famiglie romane si radunavano intorno ai fuochi domestici, mangiando e bevendo, giocando a dadi e facendo memoria della mitica Età dell’Oro di cui Saturno era il re. Momenti licenziosi, unico periodo dell’anno in cui il diritto romano contemplava che gli schiavi fossero considerati alla pari di uomini liberi.
Lo scambio dei doni, dette strenne, era un momento importante delle convivialità. Le ritualità ed i festeggiamenti culminavano il 23 dicembre con una simbolica processione d’ingresso del dio Saturno nel tempio; edificato nel Foro sotto l’attuale Palazzo del Campidoglio, oggi rimangono alcune monumentali colonne.
Astronomicamente tra il 21 e il 25 dicembre il sole si trova nel punto più basso dell’orizzonte. La notte è di gran lunga superiore al giorno, inizia la stagione invernale, la natura è dormiente ed il clima si dimostra ostile agli uomini.
Secondo l’antica tradizione indoeuropea il “sole bambino” (invictus) rinasce nell’azione di risalire l’iperbole dell’orizzonte, donando all’umanità luce e calore, infatti le ore di luce aumentano. Le antiche fonti ci tramandano che il 25 dicembre, nel Circo Massimo, si celebrava un’imponente corsa di carri in onore al Sol Invictus che “rinascendo” dava speranza e vita agli uomini. Grandi fuochi si accendevano nelle campagne a memoria di un passaggio cosmico tra la morte e la vita, tra materia e spirito. Tradizioni diffuse nelle religioni pagane di tutta Europa.
Anche oggi, nelle nostre feste natalizie, possiamo scorgere questi antichi simboli assorbiti dal cristianesimo ma purtroppo dimenticati dall’uomo moderno e sostituiti da frenetici materialistici consumi di massa.
Dott. Massimiliano Prati,
presidente Centro Culturale Milanese
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