Il profilo di personalità nell’ambito dell’indagine difensiva

Scritto il 2/02/2013, 11:02.

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"Rapacità" (1924) di Erich von StroheimÈ intuibile che il profilo psicologico o psicopatologico di un soggetto autore di un delitto non può che partire dalla specifica analisi dei reati commessi e della scena del crimine.

Nell’ambito di un’indagine difensiva la redazione di tale profilo può rappresentare un aiuto concreto nella ricostruzione del fatto, portando magari alla luce una serie di elementi psicologici tali da scemare grandemente la compatibilità tra una specifica struttura di personalità e il delitto commesso.

Il primo elemento che è opportuno considerare è proprio la scena del reato, che costituisce di per sé un documento vivente delle azioni del soggetto ed è la base per la maggior parte delle interpretazioni comportamentali (Bevel, 1991).

La ricostruzione della scena delittuosa parte dall’utilizzo di metodi scientifici, evidenze fisiche e ragionamenti deduttivi, per raggiungere una specifica conoscenza relativa alla serie di eventi connessi al reato (Association for Crime Scene Reconstruction, 1997).

In altre parole è come se sulla scena del delitto rimanesse qualcosa di estremamente specifico del soggetto stesso (Turvey, 1997).

Un altro metodo, oggettivato e condiviso, per la valutazione della personalità di un individuo, è costituito dalla somministrazione di reattivi mentali; attraverso l’ausilio di tali test saremo in grado di ottenere un quadro completo di quella che è la struttura di personalità del soggetto e attraverso un successivo ragionamento criminologico, potremo determinare le eventuali congruenze o i meccanismi che in un dato momento potrebbero averlo portato ad optare per la specifica condotta criminosa.

Entrambi gli approcci, quando integrati, costituiscono un buon punto da cui partire per analizzare a fondo una vicenda nell’ottica di una difesa che, sempre più, necessita di essere supportata da un punto di vista prettamente tecnico.

In buona sostanza, lo spunto che vogliamo fornire attraverso questo brevissimo accenno, è che, soprattutto in virtù di quella che è la strada che attualmente viene percorsa nell’ambito dei procedimenti giuridici, l’ausilio dell’analisi psicologica come chiave di lettura nell’ambito dell’agito criminale non è da sottovalutare.

In modo particolare, per quanto attiene i crimini violenti, un’analisi meticolosa delle caratteristiche tipizzanti di un soggetto, può già costituire una base solida da cui partire nell’accertamento giuridico sia del fatto in senso stretto, sia eventualmente dei nessi di causalità tra un’azione di un certo tipo e le conseguenze configuranti un delitto specifico.

Dr.ssa Flaminia Bolzan Mariotti Posocco, Criminologa
www.logichecriminali.com

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