Il 16 marzo scorso si è tenuta la Conferenza su “Finanza internazionale e criminalità organizzata”.

Sono intervenuti due magistrati: Gianfranco Donadio e Jean De Maillard.

Consigliamo di visionare per intero i video dell’incontro (www.internazionaleleliobasso.it) di cui parafrasiamo alcuni estratti.

Gianfranco Donadio (Procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia)

“Una strategia di trasparenza”

link al video 1

Assistiamo alla crisi della ricchezza. L’impresa perde la caratteristica originaria di entità di produzione e di scambio di beni e servizi, e viene contaminata da un processo di intermediazione finanziaria, prima sconosciuto. Oggi, l’economia finanziaria grava come un macigno sull’economia reale.

Come è stato scritto in un testo di diritto, oggi “I briganti tendono a diventare galantuomini”. Questo profilo di evoluzione comportamentale incontra un atteggiamento sempre più proteso della criminalità dei colletti bianchi ad assumere atteggiamenti, risoluzioni, scelte e modalità di esplicazione di raggiungimento dei propri obbiettivi attraverso modalità proprie delle mafie.

Una strategia di trasparenza affidata a un nuovo modello di fiscalità può tentare di contenere la trasformazione del grande sistema economico in un sistema economico egemonizzato dalla criminalità.

Jean De Maillard (Magistrato francese esperto di crimini finanziari)

“L’illegalità legittima”

link al video 2

Lo Stato si definisce come il Maestro della Legge, e ciò implica fondamentalmente che è lui stesso superiore alla legge.

Certo, in uno stato democratico lo Stato non può sottrarsi a suo piacimento a tutte le regole, ma conserva il diritto di cambiare diritto, di agire fuori della legge che ha lui stesso fissato [è ciò che De Maillard definisce l’ “illégalité légitime”].

La passività dello Stato davanti al fenomeno mafioso non è un’anomalia, ma la conseguenza naturale della delegazione data – o perlomeno consentita – alla mafia di assumere una funzione di regolamentazione sociale al posto dello Stato. Esiste una frode diffusa. Direi che la frode, termine volontariamente vago, è divenuta un modo di gestione dell’economia e della finanza, dunque, una proprietà del modo di governare dell’economia globalizzata. (I banchieri che ne beneficiano non sono gli autori diretti delle frodi. L’obbiettivo è togliere il privilegio dell’ “illegalità consentita”).

Lottare contro la mafia non può dunque essere dissociato da una parte da una riflessione di insieme sull’articolazione di tutte le forme di frode o di criminalità le une con le altre, d’altra parte dalla loro iscrizione comune nel sistema economico e finanziario cui sono indissolubilmente legate.

[Tra le pubblicazioni di De Maillard: “La truffa: la finanza al di sopra della legge e delle regole” (Gallimard 2010) e “Il Mercato fa la sua legge” (Feltrinelli 2002)].