La professione di avvocato penalista non è un prodotto commerciale

Scritto il 3/03/2012, 07:03.

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 La Giunta UCPI proclamava l’astensione dalle udienze e da ogni altra attività nel settore penale per il 23 e 24 febbraio 2012 con una autonoma delibera in cui venivano sottolineate le reali criticità del DL sulle liberalizzazioni.

Chiariamo subito e con fermezza che i penalisti non scendono in campo in difesa delle tariffe forensi, non discutono di questioni economiche, non portano avanti rivendicazioni corporative o parasindacali “che nulla hanno a che vedere con la tutela dei diritti dei cittadini”, come sottolineato dalle Camere Penali di Roma, Velletri, Viterbo e Tivoli in una conferenza stampa tenutasi il 24 febbraio.

Gli Avvocati Penalisti si sono astenuti perché il diritto dei cittadini di essere assistiti da un avvocato indipendente, forte, preparato e libero viene seriamente compromesso da una serie di interventi legislativi che sembrano andare in direzione opposta rispetto ai compiti difensivi così come garantiti dalla Costituzione.

Nella lettera aperta della Giunta UCPI al ministro Paola Severino, in relazione alla nuova disciplina delle società professionali, si legge che

introduce un modello nel quale il singolo avvocato, trasformato in un dipendente amministrato da chi avvocato non è, perderebbe la sua autonomia ed indipendenza, ed a farne le spese sarebbe l’assistito”.

Ed ancora, a proposito del tirocinio all’università, “l’idea, del tutto astratta e dannosa, che ritiene ormai inutile che un avvocato si formi nelle aule dei tribunali, per un periodo congruo…”.

Ci si dimentica “quanto sia importante la pratica vera, il confronto nelle aule di giustizia…perché solo lì il giovane impara a confrontarsi con l’immensa forza che lo Stato mette in campo quando esercita la pretesa punitiva. Non è cosa che si impara senza viverla sul serio, così come non si impara a fare il medico senza toccare la carne dei malati”.

Il macroscopico paradosso di tali interventi legislativi è senz’altro rappresentato dalla ingiustificata esclusione del tema della specializzazione, pur contenuta nel progetto di riforma forense promosso dall’UCPI e da tempo varata dal Senato. Il vero cambiamento è rappresentato proprio dalla specializzazione che garantisce competenza in nome della effettività della difesa.

No, i penalisti non protestano per le tariffe forensi. I penalisti si indignano quando la difesa viene equiparata ad una merce.

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